Terremoto in Abruzzo: gli “esperti” poco esperti, il culto del risparmio, la preparazione non sufficiente, …


Inauguriamo la rubrica “Riflessioni sul mondo dell’ingegneria” con un tema delicato e su cui si è discusso molto – e spesso in malo modo; ci stiamo riferendo al terremoto avvenuto in Abruzzo, in cui si è avuto il crollo di diversi edifici e quasi 300 morti. Un bollettino di guerra per un sisma che, in zone come la California, non avrebbe fatto nessuna vittima.

Sicuramente, quindi, in quegli edifici qualcosa non andava. Ma bisogna però fare chiarezza e raccontare i fatti con serietà e competenza. Si, perché quello che stiamo ascoltando nelle varie trasmissioni e quello che leggiamo sui quotidiani è aberrante. Ci hanno propinato frasi tipo:

Il calcestruzzo è un materiale che nel tempo passa da elastico a statico“.

Cosa vuol dire? L’elasticità è una proprietà del materiale – che si verifica entro certe condizioni – legata alla reversibilità del fenomeno; in pratica, se applichiamo delle azioni ad un materiale rimanendo in campo elastico, per poi scaricarlo, le conseguenze delle azioni ritornano a zero. Il campo elastico va distinto da quello plastico, in cui, invece, si manifestano delle tensioni residue, quindi le conseguenze delle azioni non si azzerano dopo lo scarico.

Ma il termine “statico” a cosa si riferisce? Il calcestruzzo diviene statico? Perché, nei primi anni di vita della struttura è forse dinamico?

Questa è una delle tante affermazioni sentite in televisione e che ha provocato tante discussioni tra gli ingegneri.

Ma non mancano i quotidiani che in pochi righi ci spiegano quali siano i criteri per realizzare un edificio antisismico:

Verifiche. L’edificio antismico deve poter resistere a torsioni, flessioni, deformazioni, tagli, vibrazioni, fessurazioni, tensioni, corrosioni.

Come dire, per restare in salute bisogna resistere a: incidenti, infarti, ictus, tumori.

Per non parlare di consigli di natura più “tecnica“, come:

Il rapporto fra trave e pilastro deve essere perfettamente equilibrato.

E non mancano poi geologi che disquisiscono di strutture, come si è potuto vedere in una di queste trasmissioni; persone sicuramente preparatissime nel loro campo, dove saranno anche eminenti studiosi, ma parlare di crolli causati da non corrette saldature all’interno di un pilastro in cemento armato forse è davvero troppo.

E che dire di accuse come:

Secondo la normativa, la gabbia di ferro che costituisce l’ossatura delle colonne di cemento armato deve essere composta da almeno sedici tubi. Durante la costruzione della Casa dello studente e dell’ospedale questo criterio non sarebbe stato rispettato.”

Tubi? Che tubi? Edifici in cemento armati con tubi? E qual è il punto della norma dove si richiede che le “colonne devono essere armate con almeno sedici tubi“?

Altri articoli di questi giorni riportano che sia stata usata sabbia non idonea e che addirittura il cemento in opera non raggiungesse i 12 kg/cm². Se questa affermazione trovasse riscontro nella realtà allora sarebbe gravissimo, ma valutiamo anche che 12 kg/cm² sono veramente poco. Praticamente, potremmo rompere una colonna con una buona pressione del dito indice. Pazzia del costruttore o ignoranza di chi scrive?

Quale conclusione dobbiamo trarre da questi “spettacoli“? Che gli italiani sono un popolo di allenatori e… ingegneri?


Ma quali sono le cause? Non possiamo saperlo ancora. Di certo c’è, in generale, un quadro poco felice della situazione. Chiariamo questo punto con un altro aneddoto: l’altro giorno ascoltavo la trasmissione “Zapping” di Radio1, condotta dal bravo Aldo Forbice, che ha visto l’intervento di un ingegnere preparato e che ha colto, a parere di chi scrive, uno dei noccioli della questione: il cantiere. Il radioascoltatore puntava l’indice contro le magagne che, talvolta, vengono fatte in cantiere, con opere realizzate che non rispecchiano i calcoli del progettista. Vi sembrano tanto strane frasi come: “l’ingegnere ha messo 8 ferri nel pilastro? Ma no, mettiamocene 4 che sta più che a posto” ?

La cultura del risparmio e la troppa fiducia di quella che si ritiene essere la propria esperienza sul campo possono portare ad errori anche grossolani.

Altro problema: l’abolizione delle tariffe minime; il decreto legge sulle liberalizzazioni (DL 223/2006) del 4 luglio 2006 – ad opera dell’allora ministro Bersani – è stato un colpo tremendo alla qualità. Con esso si è sancita la fine delle tariffe minime. Il costo di una prestazione può anche essere ridotto a zero, non c’è più nessun limite. Al committente quindi viene data la facoltà di fare una ricerca del prezzo minimo, innescando una concorrenza feroce tra i progettisti. “2000 euro? Ma Tizio mi fa il lavoro a 1000. 1000 euro? Ma Caio mi fa il lavoro a 500, …“. E questo cozza inevitabilmente con la qualità. Perché per fare bene una cosa, qualsiasi cosa essa sia, è necessario del tempo, è necessario effettuare tutti i calcoli e tutte le verifiche del caso, è necessario rispettare tutti i punti della normativa, ecc, ecc. Ma se il committente paga 4 soldi, quanto tempo vorrà dedicargli il progettista?

Certo, il decreto è passato nel 2006, mentre gli edifici crollati risalgono a molto prima, potrà obiettare qualcuno. Ebbene, tutto ciò rientra comunque nell’ottica di una qualità sempre più scadente.

E cosa dire, poi, degli elaboratori elettronici? Se passate in un qualsiasi forum di ingegneria potete leggere domande assurde, con richiesta di modellatori FEM per progettare anche un cartellone pubblicitario. E che dire dei tentativi di modellare edifici in muratura con il SAP2000?

Ma, in generale, non è che forse ci stiamo affidando troppo ai computer? Dobbiamo essere noi a validare i loro risultati e non viceversa.

E che dire di geometri ed architetti che si occupano di strutture? In un forum mi è addirittura capitato di leggere “sono un architetto strutturista“. Sinceramente, non ho mai sentito una cosa simile. Agli architetti la progettazione architettonica, agli ingegneri quella strutturale. Non viceversa. La preparazione, le esperienze, il percorso degli studi non possono non contare nulla.

Insomma, quale che sia la causa di quei crolli, c’è sicuramente un complesso di colpe che cozza inevitabilmente con la qualità. Dai progettisti pagati poco, alle le imprese che cercano il risparmio ad ogni costo, ai computer usati a mo’ di vaso di Pandora, da cui ci si aspetta il progetto finito e verificato semplicemente immettendo un paio di dati.


Quello che ci auguriamo, quindi, è un minimo di serietà da parte di tutti gli operatori coinvolti. Siano essi il progettista strutturale (nella figura dell’ingegnere qualificato), il titolare dell’impresa, il Direttore dei Lavori e anche chi va in televisione presentandosi come esperto. Serietà che, forse, avrebbe salvato la vita a quasi 300 persone.

Francesco Salvatore Onorio

ofs@hotmail.it

20 Responses to Terremoto in Abruzzo: gli “esperti” poco esperti, il culto del risparmio, la preparazione non sufficiente, …

  1. SpinoWeb says:

    il calcestruzzo diventa statico… è lo ha detto la Todini a Ballarò. Mi son detto: ma sono proprio sicuro di voler mandare il mio cv a sta tipa? Dobbiamo cercare di “pesare” di più! E’ giusto spendere tempo a studiare e progettare, ma dobbiamo imparare a “vendere” bene quello che sappiamo fare.
    In tv ho visto solo il presidente dell’ordine nazionale degli ing. e nessun altro esperto del settore, nonostante di strutturisti bravi in italia ne abbiamo!

  2. Pingback: Terremoto in Abruzzo: le staffe, queste sconosciute… « L’angolo dell’ingegnere strutturista

  3. Francesco says:

    Ho riportato parte di questo scritto su:

    http://occhiodirovereto.splinder.com/post/20317495#comment

    Molto interessante.
    Grazie.
    Saluti
    F.

  4. arch.ing.liberi says:

    Ti do ragione su tutto tranne sul fatto che un architetto non possa essere strutturista, io lo sono! Ho seguito gli esami di ingegneria a Napoli (V.O.)per es. e ti assicuro che confrontandoli con quelli da me sostenuti ad architettura sempre a Napoli V.O.(ho avuto amici ingegneri nella stessa casa in fitto con cui ci siamo confrontati e abbiamo studiato insieme) e ti dico amichevolmente e senza polemiche che l’esame di scienze è stato estremamente più selettivo ad architettura(tutta la parte su tensioni e deformazioni ad ingegneria non si studiava infatti ci sono voluti molti più mesi per prepararlo ad architettura; ricordo che rimasero stupiti pure gli amici colleghi ingegneri, nel ammettere che avevamo un programma sensibilmente più “lungo”. Tecnica delle costruzioni ad ingegneria era la 4 parte del programma di tecnica ad architettura –parlo del programma del prof. Arch. Perrone- ben 11 diconsi UNDICI libri tra cui quello di geotenica di circa 1000 pagine), L’esame di statica e cinematica ad architettura? strutture a 5/6 tronchi, in media ci voleva un anno e mezzo solo per statica…in un anno e mezzo ad ingegneria gli amici facevano 5/6 esami!
    Sono del parere che non bisogna generalizzare e che è vero in genere un ingegnere(civile edile e basta) dovrebbe conoscere solo la parte strutturale un pò meglio, ma mai generalizzare,perché in genere l’architetto si introduce in un altro campo quello della prog.architettonica di qualità, del restauro, dell’urbanistica, dei concorsi di progettazione, del fotorealismo dove sono i maestri per formazione e background culturale; ma c’è chi ha avuto lo sprono e lo stimolo in base alle opportunità di lavoro, di fare calcoli come me fin dall’inizio della carriera e che non ha nulla da invidiare a nessun ingegnere. Ho programmato software (anche per il calcolo con le frp) e con le conoscenze da architetto, utilizzando le decine di libri –utilizzati per fare gli esami- che ancora oggi leggo; quindi non facciamo generalizzazioni; lo dico con affetto e con stima.
    Il problema sono le altre figure professionali, tante, che si intromettono perché la legge gli è lo concede ed è contro queste assurdità che dobbiamo batterci e non con la sciocca competizione architetti vs ingegneri che ci porta ad essere sempre più deboli e disuniti mentre il “nemico” avanza e si prende gioco di noi.
    Un saluto affettuoso complimentadomi per l’eccellente sito / blog

  5. Marco ing. Foglieri says:

    Concordo con l’arch. Liberi e anzi stimo moltissimo le persone che con un percorso trasversale ai propri studi giungono ad una competenza maggiore di quella che possono vantare la maggioranza dei colleghi ingegneri che con la laurea appendono i libri al chiodo. Complimenti.
    Saluti Marco

  6. Enrico says:

    Cari Colleghi,
    di corbellerie se ne sentono tante, e se ne sentiranno tante ancora. Comunque la qualità e’ stata scadente anche con la tariffa minima. La deontologia dell’ingegnere prevede soluzioni efficaci ed economiche. Si vedono soluzioni all’insegna dello spreco di danaro e ridicole dal punto di vista ingegneristico. L’altra burla e’ quella di ritirare in ballo il fascicolo del fabbricato….Cari colleghi lo sapete bene che non basta l’esame a vista per la diagnosi dello stato di salute di una struttura. Se qualcuno ha rimosso un elemento strutturale, la responsabilità e’ delle istituzioni preposte che non controllano l’esecuzione dei lavori in corso; il controllo non deve partire se qualcuno la sollecita, ma spontaneamente. Il fascicolo é stato pensato per favorire le lobby dei tecnici, anche di noi ingegneri. Il valore dell’ingegnere si misura diversamente.
    Saluti
    Enrico

  7. M.Baraldi says:

    io credo che di strutture debbano occuparsene SOLO ed ESCLUSIVAMENTE gli ingegneri! Anzi, SOLO ed ESCLUSIVAMENTE gli ingegneri STRUTTURISTI.

    finchè ci saranno disegnatori (alias architetti) e geometri, così come operai che vogliono far di testa loro, allora ci saranno solo CASINI nelle costruzioni! e queste sono le conseguenze!!

    bisogna cambiare, sono richieste norme più rigide!

  8. anto says:

    Il problema sismico va valutato nella sua complessità. Non va sottovalutata nessuna fase di progettazione, soprattutto quella architettonica. Bisogna tenere in considerazione i problemi legati ad un effetto sismico. Un buon progetto architettonico deve prendere in considerazione a priori gli effetti possibili legati ad un sisma. Un sisma è legato alla massa. La massa è caratterizzata dalla disposizione planimetrica dell’oggetto. Sono un architetto e mi occupo soprattutto di strutture

  9. lucio says:

    E da quando gli architetti si occupano di strutture? Forse il problema in Italia è proprio questo.
    Qui negli USA un architetto non può nemmeno armare una trave.

  10. antonio says:

    maggio 2009 oltre alla serieta ci vuole manodopera specializzata e tecnici scrupolosi una struttura e come un corpo umano un osso non al posto suo ce il difetto sono un carpentiere

  11. antonio says:

    affinche le case le costruisce limpresa per venderle non ci sara antisismica sono un carpentiere

  12. arch.ing.liberi says:

    in risposta agli ingegneri che pensano che gli architetti siamo disegnatori, è un gravissimo errore che vi hanno messo in testa i prof universitari per pura invidia o comunque o comunque per competizione…non v’è nulla di più sbagliato…ho fatto calcoli di edifici strutturalmente molto complessi per cui si dova saper ben modellare la struttura, e questi calcoli li ho fatti ad un prof.ing. che non era capace ad usare perfettamente i vari software…a mano oggi non si va da nessuna parte,chi parla così è perché non lavora o è alle primissime armi.Dovremmo invece collaborare a rendere unitarie le nostre professioni, gli unici laureati e aventi pienamente titolo in edilizia.La nostra piccola ed insulsa guerra tra poveri porta i veri nemici a ridere di noi e a scavalcarci…vedi geometri, vedi periti agrari, vedi periti industriali, vedi ingegneri chimici,vedi ingegneri elettrici,vedi ingegni elettronici,vedi ingegneri gestionali,vedi ingeneri idraulici,vedi ingegneri meccanici ecc…
    Un saluto a tutti e spero di riuscire a creare pace e stima tra le categorie di laureati per l’edilizia!

  13. Alberto says:

    Ciao ha tutti. In risposta agli architetti “strutturisti”: tralasciamo vedi geometri, vedi periti agrari, vedi periti industriali, vedi ingegneri chimici,vedi ingegneri elettrici,vedi ingegni elettronici,vedi ingegneri gestionali,vedi ingeneri idraulici,vedi ingegneri meccanici che sinceramente nel nostro campo nn c’entrano nulla e non stiamo parlando di gara tra categorie diverse; io trovo giusto che arch ed ing collaborino, anzi dovrebbero diventare un’unica figura, almeno l’ing.edile/architetto, come già in molti atenei stanno facendo, perchè se è vero che c’è qualke arch. che riesce a fare le strutture perchè si è seguito i corsi di ing oppure a studiato a fondo di suo, di certo nn sarà la totalità degli ark! e poi, piccola parentesi, per l’ark di napoli che faceva meglio le strutture degli ing, sarei curioso di vedere coi miei okki, perkè sinceramente trovo inverosimile tale cosa, e cmq, anke fosse, bisogna pensare che, oltre scienza e tecnica( la si fa dappertutto) uno strutturista fa molti altri esami solo di strutture, quindi anke se statica è + corta nn vuol dire nulla.
    Il problema delle nostre figure è che sono giuridicamente equivalenti per tantissime cose, ma guardacaso c’è un tacito accordo nn scritto con cui urbanistica e restauro e prog.ark vien fatto solo dagli ark e le strutture solo dagli ing! proprio perchè ci si rende conto del tempo speso in alcune discipline piuttosto che in altre, ad esempio sicuramente un ark spende + tempo in progettazione ark di un ing, ma la fanno entrambi..
    La soluzione è l’ing edile/ark se proprio vogliamo mantenere l’ordine, perkè nn si può tenere l’ing solo x le strutture e l’ark solo x l’ark! si settorializza troppo, dovrebbe contare nn il titolo, ma il percorso formativo, non a caso cambia molto in base all’ateneo.
    Ad esempio, io sono un ing edile laureato triennale all’uni di bologna e passato alla magistrale a firenze perchè all’epoca nn c’era il +2. Noto differenze abissali tra metodi di insegnamento, esami proposti, indirizzo dei corsi di laurea(ad esempio la magistrale di bo ha un taglio molto trasversale, tocca urb, ambiente e edilizia; qui a firenze è molto + concentrata sull’edificio, dalle fognature, alle strutture, all’energetica, risentendo tantissimo però della parte arkitettonica, quindi molto disegno e progettazione e questo mi piace meno, perchè “rubano” crediti a molti corsi di strutture o altro che a volte sono anke opzionali..)
    Scusate per il monologo, spero di aver dato un contributo costruttivo.

  14. Salve a tutti sono UN ARCHITETTO STRUTTURISTA e lo dico forte dato che mi occupo di strutture già da parecchi anni. Comunque se gli architetti non devono occuparsi di strutture gli ing. non devono occuparsi di ARCHITETTURA visto che continuo a leggere sui tabellonni il loro nome.
    Comunque sono prossimo alla laurea in Ing. EDILE
    Saluto tutti ed evitate polemiche quello che conta è la preparazione che in molti manca.
    E che dite di un Ing. Civile che non sa cosa sono i sovraccarichi?

  15. Mario Crispi says:

    l’architetto strutturista è una stortura dei nostri tempi. personaggi che senza nessuna conoscenza delle strutture si ergono a strutturisti solo perchè sanno accendere il computer e usare quel programmino tanto figo in cui tu metti solo i dati e poi pensa a tutto lui. con il risultato che non si sanno nemmeno leggere i risultati. ecco allora che le belle relazioni di una volta, con tutti i calcoli controllabili, sono state sostituite da pagine e pagine di tabulati inutili ed illegibili.
    poi arriva il direttore dei lavori o il collaudatore statico cazzuto e sono cazzi amari.

    è necessario mettere dei paletti a queste storture, è necessario OBBLIGARE i professionisti a fare SOLO quello che SANNO fare. gli architetti di strutture non ci capiscono NULLA e non devono metterci mano.

    p.s. un ing. civile che non sa cosa sono i sovraccarichi? quasi sicuramente è un architetto che si spaccia per ingegnere.

  16. chiara says:

    salve a tutti. sono un architetto strutturista. non credete a quello che dicono molti utenti ingegneri che odiano gli architetti solo per pregiudizio. io credo che ognuno sia quello che è… ci saranno architetti bravi, somari e lo stesso vale per gli ingegneri, ma perlomeno io non mi permetto di dire che gli ingegneri non ci capiscono niente di architettura; se la studiano buon per loro…ciò non rappresenta una “stortura”, anzi è frutto di collaborazione, è versatilità e cultura per se stessi. A dimostrazione di ciò, (e non lo dico per vantarmi, ma solo per far capire a chi consulta questo forum che nelle cose bisogna crederci perchè si può ottenere tanto nella vita e nella professione), io sono al secondo libro in uscita per kappa editore in collaborazione con un altro architetto strutturista, insegno scienza delle costruzioni all’università, credo in questa materia e credo che nessuno possa permettersi di giudicare le persone e i loro studi.
    Sono giovane, ho 24 anni, ho studiato su tomi di vecchio stampo come il fantastico belluzzi che ho in versione originale (raro in copertina blu di raso), e tomi attuali (shodek, boscotrecase, viola, lenci, patruno, antonini, giangreco e se voglio continuo pure) lavoro ordinariamente con gli stati di limite ultimo, so esattamente cosa è un sovraccarico, calcolo a mano e a computer sapendo leggere i risultati….fino ad ora ho ottenuto molti incarichi come la collaborazione ai lavori di ricostruzione in abruzzo…eppure sono solo un architetto. Molto probabilmente mi iscriverò anche ad ingegneria e prenderò una seconda laurea….
    chissà se il simpatico mario crispi che parla tanto male ce l’ha una laurea in architettura!!? scommetto che a lui non interessa imparare niente di più di quel che sa … e questa probabilmente io la definirei “stortura”.
    ciao a tutti

  17. anonimo says:

    MESSAGGIO CANCELLATO PER LINGUAGGIO NON CONSONO.

  18. Qualsiasi sia la vostra opinione, moderate i toni ed evitate le offese. Mi rivolgo in particolare all’autore del commento precedente.

    Ricordate che i vostri IP vengono registrati, possono essere risolti e può scattare una denuncia alla Polizia Postale da parte delle persone offese.

    P.S. tra l’altro, mi meraviglio che sia stato proprio l’utente dalle parti di Porto Empedocle l’autore.

  19. anonimo says:

    l’autore del messaggio che hai cancellato sarei io
    ti chiedo di esplicitare dove erano contenute le offese che lamenti
    invece controlla meglio le immani e catastrofiche cazzate che sono state scritte sopra facendo una incredibile violenza alla lingua italiana e valuta la possibilità di poter censurare coloro che scrivono in quel modo trogloditico anzichè chi esterna divertimento di fronte ad ingegneri ed architetti strutturisti che scrivono “saluti ha tutti”

    saluti ha te… ihihihih

    post scriptum, se vuoi il mio IP te lo regalo non so che farmene.

  20. Se devo censurare chi scrive “saluti ha tutti” allora devo fare altrettanto con te, che (non) usi la punteggiatura peggio di un bambino delle elementari e che ignori completamente l’uso di minuscole e maiuscole. Non trovi?
    Se quella dell’utente Alberto è una “violenza alla lingua italiana“, quelle tue cosa sono?

    Questo non è IngForum, qui i toni vengono tenuti bassi e non mi piacciono i litigi. Soprattutto per ste bambinate. Di come scrivono i commentatori del blog non me ne frega nulla, mi interessa il contenuto.

    Questi messaggi dureranno poche ore.

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